Messaggio di aprile del Presidente Internazionale Ian H.S. Riseley
Al Congresso del Rotary International del 1990 a Portland, nell’Oregon, il Presidente eletto Paulo Costa aveva detto ai Rotariani presenti: “È giunta l’ora per il Rotary di alzare la voce, rivendicare la sua leadership ed esortare tutti i Rotariani a fare una crociata onorevole volta a proteggere le nostre risorse naturali”. Ha annunciato l’iniziativa del Rotary con lo scopo di “Preservare il pianeta Terra”, chiedendo ai Rotariani di mettere le questioni ambientali nel loro programma di service: piantare alberi, adoperarsi per mantenere pulite l’aria e l’acqua e proteggere il pianeta per le generazioni future.
Il Presidente Costa aveva chiesto di piantare un albero per ognuno degli 1,1 milioni di soci che all’epoca facevano parte del Rotary. Noi Rotariani, come al solito, abbiamo fatto di meglio, piantando circa 35 milioni di alberi entro la fine dell’anno rotariano. Oggi molti di questi alberi prosperano ancora, assorbendo carbonio dall’ambiente, rilasciando ossigeno, raffreddando l’aria, migliorando la qualità del suolo, fornendo un buon habitat e cibo per uccelli, animali e insetti e una miriade di altri benefici. Purtroppo, mentre quegli alberi hanno continuato a fare del bene all’ambiente, il Rotary nel suo complesso non ha portato avanti il proprio impegno ambientale.
Ecco perché all’inizio di quest’anno ho seguito l’esempio di Paulo Costa e ho chiesto al Rotary di piantare almeno un albero per ogni socio del Rotary. Il mio obiettivo era di fare qualcosa di buono oltre ai notevoli benefici derivanti da quegli 1,2 milioni (o più!) di alberi. Mi auguro che piantando alberi, i Rotariani rinnoveranno il loro interesse e la loro attenzione su un problema che dobbiamo rimettere nell’agenda del Rotary: lo stato di salute del nostro pianeta.
Le questioni ambientali sono profondamente intrecciate in ognuna delle nostre aree d’intervento e non possono essere liquidate come non pertinenti al Rotary. L’inquinamento ha un impatto sulla salute delle popolazioni di tutto il mondo: oltre l’80% delle persone nelle aree urbane respira aria impura e dannosa, un numero che arriva al 98% nei Paesi a basso e medio reddito. Se le attuali tendenze continuano così, entro il 2050 si prevede che gli oceani contengano una quantità di materie plastiche superiore in peso a quella dei pesci. E l’aumento della temperatura è ben documentato: le temperature medie annuali globali sono aumentate di circa 2 gradi Fahrenheit (1,1 gradi Centigradi) dal 1880 al 2015. Il fatto che questo cambiamento sia stato causato dagli esseri umani non è un argomento di dibattito scientifico, e nemmeno la probabilità della vasta spaccatura economica e umana se la tendenza continua a non essere controllata. La necessità di agire è più grande che mai e così pure la nostra capacità di avere un impatto reale.
Come ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, “Non può esserci un piano B, perché non esiste un pianeta di serie B”. Il nostro pianeta appartiene a tutti noi, ai nostri figli e ai loro figli. È un dovere di tutti proteggere, e per tutti noi del Rotary di fare la differenza.