Messaggio di giugno del Presidente Internazionale Ian H.S. Riseley
Da sessant’anni, la scelta di un tema è un privilegio – e talvolta una sfida – del presidente entrante. Dare uno sguardo al passato, ai temi scelti da loro, è un po’ come aprire una finestra sul pensiero e la visione di ognuno di questi leader – su come vedevano il Rotary, sul posto che ritenevano dovesse prendere nel mondo, su ciò che speravano che il Rotary potesse realizzare.
Quando è stato il mio turno di scegliere un tema, non ho avuto esitazioni. Per me, da subito, il nostro tema per il 2017/2018 doveva essere Il Rotary fa la differenza. Per me questa breve frase descrive non solo quello che facciamo adesso, ma anche ciò che aspiriamo a fare. Noi vogliamo fare la differenza. Il nostro sforzo consiste nel dare una mano, avere un impatto, per rendere il mondo un po’ migliore.
Nel corso degli ultimi due anni, ho visto in quanti modi il Rotary sta facendo proprio questo. In California, dopo i devastanti incendi dell’anno scorso, ho visto i Rotariani fare la differenza per le persone che avevano perso tutto. In Guatemala, ho visto la differenza che può fare una semplice stufa a legna nella vita delle donne che prima preparavano il cibo su focolari all’aperto: non inalano più il fumo mentre preparano da mangiare, devono dedicare meno tempo a raccogliere legna da ardere, e stanno usando queste cucine per avviare piccole attività. In Israele, sono stato in un centro iperbarico, finanziato dal Rotary, che aiuta i pazienti con lesioni cerebrali o ictus a riprendere una vita produttiva e in buona salute. Nelle comunità di ogni parte del mondo, i Rotariani sono pronti a fare la differenza: aiutando i profughi a riprendere la propria vita, immunizzando bambini, assicurando scorte di sangue sicuro e controllato, e aiutando giovani a studiare e prosperare.
In tutto il mondo, ho preso parte all’impegno di piantatura di alberi assunto dai Rotariani. Al momento in cui va in stampa questo numero di The Rotarian, il conteggio definitivo degli alberi che abbiamo piantato è ancora in corso, ma ho il piacere di annunciare che abbiamo già superato, e di gran lunga, il nostro obiettivo iniziale di 1,2 milioni, un nuovo albero per ogni Rotariano. E, in tutto il mondo, il Rotary continua i suoi sforzi di sensibilizzazione, raccolta fondi e sostegno per l’eradicazione della polio. L’anno scorso, il poliovirus selvaggio ha provocato solo 22 casi di paralisi, in due soli Paesi. Posso dire con fiducia che presto il numero scenderà a zero, e la tempistica relativa all’eradicazione entrerà in una nuova fase: il conto alla rovescia dei tre anni dall’ultimo avvistamento del virus che ci condurrà a certificare di aver liberato il mondo dalla polio.
Nel tornare a casa in Australia, Juliet e io porteremo con noi l’affettuoso ricordo di tanti posti che abbiamo visitato, di tante persone di cui siamo diventati amici e dell’azione umanitaria di cui siamo stati testimoni. Grazie a voi, grazie a tutti voi, per le magnifiche opere che state facendo all’insegna del tema Il Rotary fa la differenza.