Messaggio di agosto del Presidente Internazionale J.F. Germ
Quarant’anni fa, un uomo di nome George Campbell, il proprietario dell’azienda per cui lavoravo, mi invitò a diventare socio del Rotary. All’epoca, questo succedeva spesso negli Stati Uniti: il tuo capo ti invitava a entrare nel Rotary perché pensava che fosse un bene sia per l’azienda che per tutta la comunità, e tu dicevi di sì.
E infatti, non c’è da sorprendersi, in quel periodo il nostro effettivo è cresciuto in fretta.
George mi avvertì da subito di non approfittare del Rotary per ridurre il mio impegno sul lavoro. Però ho sempre avuto tempo per partecipare ai nostri pranzi e prestare servizio nelle commissioni. Non mi sono mai dovuto preoccupare che allungare di qualche ora la pausa pranzo una volta alla settimana potesse costarmi una promozione, o di cosa avrebbe pensato il mio capo se ogni tanto mi arrivava una telefonata legata al Rotary in ufficio.
Oggi è diverso. Le aziende sono meno generose col tempo di lavoro, e non tutti i dirigenti vedono con favore il servizio alla comunità. È difficile star bene a una riunione del Rotary quando il telefono ti si riempie di e-mail e sms. Non è mai stato così difficile trovare un equilibrio tra il lavoro e il Rotary – e il modello che qualche decennio fa ci ha fatto crescere tanto fa parte adesso dei fattori che frenano la nostra crescita.
È per questo che il recente Consiglio di Legislazione ha adottato delle misure innovative che consentono ai club di variare gli orari dei propri incontri e allargare l’area dei possibili nuovi soci. Adesso i club possono rispondere ai bisogni dei soci in modo più flessibile, ed eliminare al massimo le barriere che ostacolano l’adesione. Ma c’è una barriera che potete rimuovere soltanto voi, una cosa di cui ciascuno dei possibili nuovi soci ha bisogno per poter diventare un Rotariano: l’invito ad entrare in un Rotary club.
Ogni volta che dico a un gruppo di Rotariani che abbiamo bisogno di più mani attive, più cuori ardenti e più menti brillanti, per far avanzare il nostro lavoro, prendo tanti applausi. Ma queste mani, e cuori, e menti, non appariranno nei nostri club per magia. Dobbiamo essere noi a chiedere loro di iscriversi. E un invito ad aderire al Rotary è una cosa che potete dare solo voi. Un invito è un dono. Significa dire a qualcuno: “Io credo che tu abbia le capacità, il talento e il carattere giusto per rendere migliore la nostra comunità, e voglio che tu ti unisca a me nel farlo.”
Io sono il presidente del Rotary International, ma c’è un solo club in cui posso invitare qualcuno a entrare: il Rotary Club di Chattanooga, Tennessee. Non posso, io, dare più forza al vostro club o alla vostra comunità. Potete farlo soltanto voi –invitando le persone qualificate che conoscete a venire con voi nel Rotary al servizio dell’umanità.